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Partorire senza dolore

Terapia analgesica del parto

La nascita di un figlio è un evento emotivamente coinvolgente per la donna sia per le aspettative maturate nel corso dei nove mesi precedenti, sia per l'ansia legata al travaglio del parto.

Molte donne riescono ad affrontare serenamente il travaglio senza necessità di alcuna terapia o tecnica antidolorifica, per altre tuttavia il dolore e l'ansia possono impedire di vivere in modo sereno questo evento.

Se voi siete tra queste ultime navigando tra queste pagine saprete come ricevere sollievo ricorrendo ad una terapia antidolorifica farmacologica. 

Oggi è un grande giorno

Giorno della fecondazione COSA STA CAMBIANDO IN TE In questi primissimi giorni i sintomi sono pochi e molto lievi, al punto che potresti confonderli con malesseri legati allo stress.

1 SETTIMANA

I PRIMI SINTOMI DELLA GRAVIDANZA Il processo di annidamento può comportare delle perdite ematiche di colore rosso oppure marrone chiaro. Se l’impianto è avvenuto da poco tempo le perdite sono rosse, se invece sono di colore marrone, l’impianto è avvenuto qualche giorno prima. Queste perdite sono dovute alla rottura di piccoli vasi nel contesto della mucosa uterina che in questo momento è più soffice. Potresti sentirti più stanca e debole poiché in questa fase la pressione sanguigna potrebbe essere più bassa, ed è possibile avvertire anche un po’ di mal di testa. In questi primi giorni potrebbe manifestarsi anche la famigerata nausea mattutina causata dall’ormone della gravidanza, gonadotropina corionica, ma non preoccuparti! Si tratta di un fenomeno passeggero, tra qualche settimana sarà già passata.

2 SETTIMANA

L'ACIDO FOLICO In questa 2° settimana di gravidanza è fondamentale iniziare ad assumere acido folico che ha la funzione di prevenire le malformazioni del tubo neurale, ossia del sistema nervoso del nascituro. Mangia frutta e verdura di stagione e ricorda che il lievito di birra è uno degli alimenti con la più alta quantità di acido folico: puoi assumerlo in compresse o in polvere. Durante questa settimana puoi iniziare anche a condire i tuoi piatti con qualche cucchiaino di polvere di lievito di birra, oppure assumere integratori di acido folico.

3 SETTIMANA

Voglie, sonnolenza e nausee: ecco i primi sintomi della dolce attesa! Se te la senti, potresti iniziare a fare il test di gravidanza, anche se in questa fase il risultato potrebbe non essere del tutto attendibile.

4 SETTIMANA

L’embrione compie un mese di vita! Con l’ecografia transvaginale è possibile rilevare la camera gestazionale e il sacco vitellino, che nutrirà il tuo bimbo. Il tuo corpo è in piena attività e potresti sentirti un po’ stanca. SCOPRI ANCHE... GLI ESAMI GRATUITI Cara futura mamma, probabilmente già sai che ci sono alcuni esami importanti che è bene effettuare entro le prime settimane di gravidanza, e in ogni caso non oltre la 13° settimana. Ma sapevi anche che sono gratuiti? Sì, gratuiti! Questi esami, infatti, sono totalmente a carico del servizio sanitario e per eseguirli ti basterà presentare la ricetta medica del ginecologo dipendente del SSN o del tuo medico di famiglia. Vuoi sapere di quali esami si tratta?

30 SETTIMANA

CORSO SULL'ANALGESIA DEL PARTO 

34 SETTIMANA

VISITA ANESTESIOLOGICA

La partoanalgesia è una serie di tecniche che sfruttano l’effetto specifico di alcuni farmaci per ridurre il dolore del parto fino a renderlo sopportabile alla partoriente.

Tra le diverse tecniche per ottenere la partoanalgesia la più praticata per la sua efficacia e sicurezza è la Perdurale (o Epidurale).
Consiste nel posizionare, tramite un ago, un catetere nello spazio peridurale attraverso il quale si somministrano anestetici locali e analgesici che agiscono selettivamente sulle fibre nervose sensitive e poco o nulla sulle fibre motorie.

L’effetto di questi farmaci è di ridurre o abolire il dolore delle contrazioni e del parto, con trascurabili effetti sulla capacità di usare i muscoli e sulle altre forme di sensibilità.

Quindi durante l’analgesia perdurale voi potrete muovervi liberamente e persino passeggiare.

In alcuni casi, per particolari motivi clinici, l’analgesia può essere effettuata mediante:

- Puntura Subaracnoidea (o Spinale): puntura a livello lombare;
- Somministrazione endovenosa di sedativi: ha una minore efficacia e può avere possibili ripercussioni sul feto.

Per eseguire il posizionamento del catetere perdurale voi dovrete sedervi e abbracciare la vostra pancia cercando di creare una grande C con la vostra colonna vertebrale, piegando la testa in avanti ed esponendo la vostra schiena all’anestesista che si troverà dietro di voi.

L’anestesista creerà un campo sterile disinfettando la schiena e posizionando dei teli sterili, quindi, con un ago molto sottile, eseguirà una prima puntura con anestetico locale per anestetizzare la cute nel punto in cui poi introdurrà un ago di dimensioni maggiori che verrà spinto fino allo spazio perdurale.

Infine il medico introdurrà in questo ago il catetere, l’ago verrà poi estratto ed il catetere rimarrà posizionato per l’analgesia e sarà fissato alla cute con dei cerotti.

I farmaci potranno essere iniettati in qualsiasi momento fino a quando il catetere rimarrà in sede.

Quando entrerete in sala parto vi verrà assegnata un’ostetrica che vi seguirà per tutto il travaglio fino alla nascita del bambino, se avrete deciso di partorire con l’analgesia e avrete seguito tutto il percorso più avanti descritto, lo dovrete comunicare alla vostra ostetrica, che al momento opportuno avviserà l’anestesista.

Infatti l’analgesia potrà essere iniziata solo quando esistono precise condizioni ostetriche cioè un  travaglio ben avviato con una dilatazione cervicale di 3-4 cm e contrazioni uterine frequenti ed efficaci.

Comunque, una volta avvertito, sarà l’anestesista a decidere in ultima analisi se e quando procedere con l’analgesia, tenuto anche conto delle eventuali, contemporanee urgenze che egli deve affrontare in sala parti e del parere del ginecologo e dell’ostetrica.

Al momento dell’ingresso in sala parti la vostra scelta deve essere chiara: se all’inizio del travaglio avete optato per non fare l’analgesia,  un ripensamento successivo potrebbe essere tardivo e per i motivi di seguito elencati, potreste non riuscire a ricevere l’analgesia.

Ci sono dei casi, fortunatamente rari, in cui non potrete ricevere l’analgesia e ciò per:

  • Problemi legati alla tempistica del vostro travaglio
  • Purtroppo il medico anestesista di guardia in sala parti deve provvedere all’assistenza anestesiologica di ogni tipo di urgenza; è chiaro quindi, che essendo l’anestesista una figura unica, l’esecuzione dell’analgesia può non essere garantita.
  • Esistono in sala parto delle priorità alle quali bisogna attenersi, in primo luogo l’anestesia nei tagli cesarei o in molte altre urgenze ostetriche.

Quindi essendo la partoanalgesia una tecnica non indispensabile (si partorisce anche senza), essa può essere interrotta o addirittura non realizzata quando l’anestesista è impegnato in casi clinici di grande urgenza.

Questa situazione è sicuramente eccezionale, ma sappiate che potrebbe realizzarsi e quindi non considerate la partoanalgesia una certezza, ma una splendida opportunità.

Un’altra situazione in cui vi verrà negata la prestazione è il caso in cui voi arrivaste in sala parto con un travaglio così avanzato da pensare imminente la fase espulsiva, cioè la nascita del vostro bambino.
In questo caso l’inizio dell’analgesia, tra posizionamento del catetere peridurale e somministrazione dei farmaci, coinciderebbe con il parto inteso come venuta alla luce del neonato e quindi l’analgesia sarebbe tardiva e inutile.


Controindicazioni ostetriche

Inoltre non vi verrà fornita l’analgesia nel caso in cui il ginecologo-ostetrico la ritenga, in quel momento, controindicata al buon andamento del vostro travaglio e quindi potenzialmente pericolosa per il vostro bambino.
Non dimenticate che il responsabile del fenomeno nascita è il medico ginecologo, coadiuvato dall’ostetrica, e quindi a lui spetta la decisione sulla indicazione della tecnica o sulla sua sospensione quando già iniziata, tenendo ben presente che la priorità è il benessere del vostro bambino.

Controindicazioni anestesiologiche che impediscono di effettuare la peridurale sono:

  • alterazioni della coagulazione (motivo per il quale sono richiesti alcuni esami del sangue)
  • alcune sindromi settiche con febbre
  • alcune gravi patologie neurologiche
  • presenza di patologie cutanee o tatuaggi nella zona di cute dove dovrebbe essere posizionato il catetere 

     

Una non favorevole conformazione della vostra schiena può creare difficoltà al posizionamento dell’ago e del catetere impedendo l’esecuzione dell’analgesia.

Come in tutti gli atti medici, anche nell’analgesia del parto possono manifestarsi reazioni indesiderate, inconvenienti e complicazioni legati alla tecnica della perdurale.

Tra gli inconvenienti e le reazioni indesiderate possono esservi:

  • comparsa di parestesie, cioè scosse e formicolii, al sacro e agli arti inferiori;
  • comparsa di vertigini e brividi;
  • realizzazione di una analgesia monolaterale o non uniforme.

Questi eventi possono talvolta richiedere la ripetizione della puntura e in casi estremi l’abbandono della tecnica. In ogni caso nel 3% dei casi l’analgesia può risultare inefficace.

Le complicanze della peridurale sono rare, la loro percentuale è bassissima, ma devono essere menzionate per una scelta consapevole.

Complicanze neurologiche minori

La cefalea è una complicanza che può seguire la puntura accidentale della dura madre. La sua frequenza è compresa tra lo 0,2 è il 4% dei casi. In genere si manifesta dopo circa 24 ore dalla puntura perdurale, in sede occipitale, compare in posizione eretta e scompare in posizione supina. Può durare circa una settimana. In alcuni casi vi possono essere associati, nausea, vomito e disturbi visivi o auditivi. Il trattamento richiede riposo a letto, idratazione e somministrazione di farmaci antinfiammatori.
Dopo il parto una percentuale di donne compresa tra il 20 e il 40% lamenta dolori di schiena e talvolta dolori di tipo sciatico e ciò indipendentemente dal fatto di avere eseguito una peridurale. Nella maggior parte dei casi questi fenomeni sono legati allo stress cui è sottoposta la colonna vertebrale e i nervi della regione pelvica durante il travaglio e il parto e alle prolungate ed anomale posizioni assunte dalla paziente sul lettino. Talvolta questi disturbi precedono il parto e generalmente si risolvono dopo alcune settimane.
Solo raramente nel post-partum un dolore limitato alla sede della puntura con una durata inferiore a 3-4 giorni può essere attribuito alla tecnica epidurale ed essere legato ai ripetuti tentativi nel reperimento dello spazio epidurale.


Complicanze neurologiche maggiori dovute

  • al trauma diretto dell'ago e/o del catetere;
  • ad infezione;
  • ad effetti tossici degli anestetici locali o di altre sostanze iniettate nello spazio peridurale;
  • ad ischemia e a compressione da ematoma perdurale.

In campo ostetrico le segnalazioni di incidenti neurologici maggiori in donne che hanno partorito con la peridurale sono molto rare con una incidenza variabile tra lo 0 e 1 caso su 6000.

Tutti questi inconvenienti e complicazioni sono assai rari e la grande maggioranza delle nostre pazienti è soddisfatta di avere scelto di partorire con l’analgesia.

L’analgesia del parto in genere abbrevia la durata della prima fase del parto favorendo la dilatazione del collo uterino.
È invece accertato che la partoanalgesia può prolungare la durata media del periodo espulsivo rallentando la frequenza delle contrazioni uterine e talvolta riducendo la forza delle spinte volontarie.
Nonostante ci siano stati in passato pareri discordi, sembra ormai accertato che il ricorso al taglio cesareo non è aumentato dalla partoanalgesia.
Inoltre con l’analgesia del parto aumentano i casi in cui è necessario ricorrere alla manovra di Kristeller (compressioni esercitate dall’ostetrica sull’addome della donna), all’uso del forcipe o della ventosa e alla somministrazione di Ossitocina mediante una fleboclisi.

Ultimo aggiornamento: 04/08/2025